venerdì 5 luglio 2013

UN VENERDI' ALL' INSEGNA DI INIZIATIVE SULLA LETTURA...


             



 PROMOZIONE ALLA LETTURA 

Questo Venerdì intendo "SPONSORIZZARE"  il LIBRO anche con un questionario

CHI SI INSERISCE IN QUESTO BLOG ED IN QUESTO POST, PUO' LASCIARE DELLE RISPOSTE

- Come lettore, che cosa fai   per promuovere la lettura?
- Ti  limiti a leggere ?
- Invogli  o cerchi di invogliare gli altri ad aprire un libro?
- Come  lettore come promuovi  la lettura?
-   Apri  un blog e parli  di libri e delle tue letture?

- Diffondi le novità letterarie?
- Tratti dei classici?
- Segnali libri a tema?
-    Segnali eventi  e iniziative legati alla lettura e ai libri.
-   Riesci ad inventare  nuovi modi per la promozione della lettura?


 LE INIZIATIVE DEI BLOG  " IO LEGGO ITALIANO"   E "I VENERDI' DEL LIBRO"  HANNO INDIVIDUATO UNA STRADA PERCORRIBILE E  CONDIVISIBILE PER PROMUOVERE LA LETTURA 

                                                              Leggi!

 IL MIO VENERDI' CON UNA LETTURA TUTTA ITALIANA
L’isola di Arturo - Elsa Morante
L'ISOLA DI ARTURO- MORANTE
PERCHE’ L’HO LETTO E PERCHE’ LO PROPONGO




Il romanzo "L’isola di Arturo", l’isola di Elsa Morante, è entrato a far parte dei luoghi dei miei ricordi letterari durante gli anni di studio alla facoltà di Lettere alla Sapienza di Roma. Credo che ci sia una memoria per le cose immaginate  e le cose scoperte attraverso l’ approfondimento della lettura-analisi-studio.

Più tardi, giovane studentessa-alle-soglie-della-laurea, ho trascorso una settimana  su quell’isola  e negli anni, avendo riletto il romanzo, vi sono stata  con l'immaginazione , con l’avventura di una nuova scoperta. Ma è esattamente così che posso descrivere le sensazioni che ho provato e che si provano quando  si arriva a Procida.
L’isola  sembra adagiata sul mare e  ricorda una donna distesa su un triclinio romano. Sulla parte più alta, il piccolo borgo fortificato di Terra Murata sembra quasi voler  scivolare da un momento all’altro.

Il porto di Marina Grande accoglie i visitatori con le sue case basse, una teoria  di bianco, giallo e rosa, con qualche sprazzo di rosa salmone. Esse mostrano i segni del tempo e  sulle facciate archi e scale rampanti, elementi costanti in tutta l’isola.

L’atmosfera che si respira è ancora quella di Arturo: « …le case rustiche, e antiche di secoli, che appaiono severe e tristi, sebbene tinte di bei colori di conchiglia, rosa o cinereo…». Panni stesi, barche ormeggiate, viavai di motorini: il porto è il cuore pulsante della vita di Procida.
ISOLA

TEMI TRATTATI

Il tema principale del libro è la Formazione di Arturo Gerace,  temi secondari come la noia, la disperazione e la gelosia, l’amicizia e il dolore.
Il narratore in questo libro è neutrale , non fa considerazioni proprie e non accusa o favorisce alcun  personaggio.
Tra il tema principale e Arturo c’è una relazione forte in quanto lui si trova di fronte a degli avvenimenti che mutano la sua formazione.


TESTO

Nel testo del libro prevale l’intreccio. Le vicende arrivano in una situazione - momento di massima tensione, scena finale. Il narratore del libro è interno,  racconta la vicenda in prima persona (Io narrante).
Lo spazio è  interno con la casa dei guaglioni, la casa di Assuntina, la grotta, ed  esterno con l’isola e il mare di Procida.
L’autore fa  anticipazioni,  pause ed in tutto  il narratore riflette e descrive.




PERSONAGGI

Il protagonista è Arturo Gerace, un ragazzo originario dell’isola di Procida. Orfano di madre, vive fin dall’infanzia solo sull’isola. È bruno di capelli e carnagione, si ritiene bruttino ma all’inizio con una voce da Soprano, poi però infine con una voce da Tenore. È molto interessato delle novità, e cerca sempre di sapere tutto.
Altri personaggi principali

Wilhelm Gerace: padre di Arturo, da lui è considerato un eroe. Viaggia molto per lavoro, pur se non si conosce quale il suo lavoro. Verso la fine del libro si scopre che in realtà andava a Napoli e nei dintorni, ma non si allontanava mai dalla vista di Procida .
Nunziatella: matrigna di Arturo. Arturo nel libro la chiama con N. o con Nunz. Perché gli era strano pronunciare il suo nome.
Carmine Arturo Gerace: fratellastro di Arturo.Nato nel matrimonio tra Wilhelm e Nunziatella.
Assuntina:  la ragazza di Arturo. Vedova e comare di sua madre.
Silvestro: il balio di
Arturo, l’ha curato quando era piccolo, e se ne andò per fare militare e divenne soldato. Alla fine del libro torna a fare gli auguri ad Arturo e in fondo è anche il suo vero unico amico.


PROCIDA 1962

IL LIBRO

"L’isola di Arturo" è la storia di un ragazzo che scopre per la prima volta tutte le cose più grandi, più belle e anche quelle brutte della vita.» (Elsa Morante). Arturo è un adolescente che, in compagnia soltanto della sua cagnetta Immacolatella, vive da sempre sull’isola di Procida, nella Casa dei Guaglioni, un antico ed austero palazzo abbandonato da tempo da qualsiasi presenza femminile. La madre è morta nel darlo alla luce e il padre, spesso in viaggio, non si trattiene mai più di tanto con lui, concedendogli solo rare  visite tra una partenza e un ritorno. La vita di Arturo ha  una svolta quando il padre torna una volta a Procida in compagnia della sua nuova e giovane moglie Nunziata.
All’arrivo della ragazza, subito egli prova un sentimento di amore/odio verso la sua matrigna,  con un profondo conflitto interiore. Questi sentimenti sfociano poi in un’intensa gelosia alla nascita del fratellastro Carmine, perché Nunziata dedica molte attenzioni al neonato sottraendole ad Arturo. Il ragazzo, fingendo  un suicidio nel quale però rischia davvero di morire, ottiene di nuovo, anche se per poco, le cure della matrigna.
Successivamente,  credendo di capire i suoi veri sentimenti, tenta di baciarla, ma la donna pone un taglio netto al loro rapporto, per fedeltà alla sua condizione di moglie.
Comincia per Arturo un insieme di delusioni: trovata un amante per dar sfogo al suo desiderio represso, rimane ferito nel suo orgoglio quando scopre che lei frequenta altri uomini; inoltre suo padre, ignorando la promessa fattagli di portarlo con sé nei suoi viaggi una volta compiuti sedici anni, parte per l’ennesima volta senza di lui. Dopo due giorni tormentati fa chiarezza in se stesso: capisce di non odiare più suo padre e di non amare più Nunziata e si sente sciolto da ogni legame con l’isola. Dopo l’incontro con Silvestro, un amico d’infanzia che gli ha fatto da balia, decide di arruolarsi volontario e lascia Procida per sempre.
I   LUOGHI

L’isola è una parte fondamentale del racconto, non è solo lo sfondo della vicenda, ma è anche simbolo di innocenza. È la Procida dalle atmosfere magiche che Elsa Morante scopre con il marito nel dopoguerra, quando soggiorna all’Eldorado, una vecchia ma affascinante pensione immersa in un agrumeto a picco sul mare. Nel libro come nell’isola si ritrovano i sentieri, le spiagge, i sapori, i colori e le architetture di Procida.
La casa di Arturo: "La mia casa sorge, unica costruzione, sull'alto di un ponticello ripido, in mezzo a un terreno incolto e sparso di sassolini di lava. La facciata guarda verso il paese, e da questa parte il fianco del ponticello è rafforzato da una vecchia muraglia fatta di pezzi di roccia". Potrebbe essere una qualsiasi delle casette che si incontrano visitando l’isola, percorrendo le sue stradine pittoresche".
Importante la parte più alta dell'isola, cinta dalle mura del XVI secolo, dal nome suggestivo di Terra Murata: il dedalo di scale dell’abitato medievale, dove il protagonista insegue il padre per scoprire il suo segreto.
La casa circondariale, un’ombra scura che Arturo descrive : ‘La cittadella del penitenziario mi sembrava una specie di feudo lugubre e sacro"
Assoluto protagonista del racconto è il mare, quello che Arturo percorre con la sua barca, la Torpediniera delle Antille. Grotte, anfratti e spiagge sono le sue mete. L’isolotto di Vivara, intatto e disabitato, ricorda le solitarie incursioni del giovane a bordo della sua barchetta. Imperdibile è anche il porticciolo dei pescatori, Corricella, punto di approdo per chi arriva da Napoli o Pozzuoli. 

 
Elsa Morante ha amato l’isola a tal punto da decidere di far spargere le sue ceneri proprio nel mare di Procida, quei luoghi in cui al giovane Arturo sembrava che "Tutti in terra non facessero altro che baciarsi: le barche, legate vicine lungo l’orlo della spiaggia, si baciavano! Il movimento del mare era un bacio, che correva verso l’isola; le pecore brucando baciavano il terreno; l’aria in mezzo alle foglie e all’erba era un lamento di baci. Perfino le nubi, in cielo, si baciavano!".



 MOTIVI DI ATTRAZIONE PER IL ROMANZO 

mercoledì 3 luglio 2013

LIBRI E LETTORI: TU DI CHE MANIA SEI ?'


Oggi 3 Luglio inserisco nel mio blog un  post un po' diverso dal solito ponendomi questa domanda:  ma i lettori sono individui che solo fra loro possono comprendersi, quasi una razza a parte che parla  una lingua diversa da chiunque altro non ami la lettura ?!
LOGO
Che lettori sono e quali lettori siamo noi?

QUESTA E'
 L' INIZIATIVA PROPOSTA  DAL BLOG 
 

 


 ECCO LE MIE MANIE




AUTO-DEFINIRSI COME LETTORE …APPROCCIO PSICOLOGICO!!!

- Non mi fido di chi non ama leggere…
- L’ amore per la lettura mi è stata trasmessa  dai miei genitori: spesso da ragazzina “depredavamo” le bancarelle del Mercato delle Pulci di  Roma, il cosiddetto Mercato di  Porta Portese.
- I primi libri i classici “Piccole Donne” , Jane Eyre…
- La scuola non mi ha fatto amare molto la Lettura: i miei  Prof di allora avevano metodi didattici discutibili.
- Ho amato molto il leggere dal periodo universitario in poi (Facoltà di Lettere Moderne) grazie al Docente Argan che mi ha fatto amare i saggi sull’arte e a Sapegno che mi ha fatto amare tutta la letteratura…
- Leggere è diventato uno  sviluppo di sensazioni.


- Entrare in  Libreria si  trasforma in un Happening molto lungo: ogni scaffale è una rivelazione
- Il Libro che leggo è il MIO Libro con un senso di  possesso… nei suoi confronti.
- I MIEI Libri hanno spesso con postille, richiami (a me piace renderli vivi e farne anche delle brevi mappe logiche- deformazione delle mia professione di Docente di Lettere)
- A me piace prestare libri e regalarli.
- Preferisco i libri cartacei: profumo di inchiostro, pagine fruscianti, copertine con immagini…
- Personalizzo i miei segnalibri: questo inverno ne ho preparati alcuni da regalare ai Soci di un’Associazione a cui sono iscritta. Il tema è stato il linguaggio dei fiori, li ho poi plastificati…graditissimi !!!
- In genere  leggo prima un Libro e poi visiono il film che ne è stato tratto, se ho già veduto il film cerco di trovare assonanze e dissonanze nella trasposizione.
- Amo farmi consigliare i libri dalle persone che mi piacciono e da quelle che non conosco bene per rubargli qualcosa di personale.
- Non sopporto chi si riempie la bocca di titoloni di grossi libri  magari  neppure letti ed anche chi legge non per il gusto di leggere bensì per darsi un "tono".
 


- O leggo dappertutto o a  volte non leggo per giorni: dipende se il mio stato d’animo sia allo stadio contemplativo o meno ! .
- Nella scelta del libro mi oriento spinta  dalla curiosità  per i temi trattati ma mai mi lascio trascinare dal  titolo
- Libro che mi ha  conquistata: Il nome della rosa di Eco.
- Libro che ho finito tutto d'un fiato: Il linguaggio segreto dei fiori
- Libro che  a livello epidermico non leggerò mai: Siddharta - Hermann Hesse
- Libro che non ho mai terminato: Guerra e pace (ogni tanto lo apro ne leggo dei brani  ma fatico a entrare a pieno  nel libro)
Libro che mi ha commosso: Il pianista di  Szpilman Wladyslaw
- Prossimo libro che ri-leggerò: Il grande Gatsby - Francis Scott Fitzgerald (è stato il primo regalo di Vito, il compagno della mia avventura-vita !!!)
- Ultimo libro acquistato: A tavola con gli Hobbit-  C. Gregorutti- l. Vassallo 2003: vorrei provare alcune ricette…
- Libri sul comodino: Giardini, orti e labirinti – L. Impelluso   2005 , La metafora del giardino in letteratura -  L. Spurio- M. Acciai,  un incanto attraverso tante meravigliose menti che hanno descritto luoghi fatati, paurosi, curiosi, tetri, allegri, bui o pieni di luce.






lunedì 1 luglio 2013

GIUGNO A BRECY'S HOUSE: LA TREDICESIMA STORIA di Diane Setterfield

A BRECY'S HOUSE CON Diane Setterfield 




LA TREDICESIMA STORIA di Diane Setterfield
Titolo originale: The thirteenth tale - © Mondadori, 2007
Genere: narrativa



Ecco una candida e fragile Margaret Lea, dilettante biografa, che ha ereditato dal padre, con il quale condivide la libreria di famiglia, l’amore per la carta stampata.In  un giorno qualunque, nel  negozio librario, trova  una curiosa lettera a lei intestata. La mano dell’autrice sembra quella di  Vida Winter,  eccentrica scrittrice di cui si sa ben poco.  L’invito trasmesso dalla lettera è chiaro: Lea ne dovrà scrivere la biografia.

PRIMO MISTERO: proprio la tredicesima storia, quella mancante. Ma è solo uno dei tanti.




 Ho acquistato il libro tempo fa  mentre ero in aereoporto - il Leonardo da Vinci di Fiumicino – Roma-,  in attesa dell’arrivo del volo NY JFK-ROMA  che riportava IN PATRIA Matteo, uno dei miei figli.

L'ho cominciato a sfogliare  aspettandomi solamente noia. Poi, dopo qualche giorno l’ho ripreso in mano ed in un paio di capitoli, mi sono ritrovata magicamente inserita nel racconto di Miss Winter e in pochissimo tempo …più di cinquecento pagine volate in un soffio.



Il romanzo è ambientato nel presente ma tutto è  ispirato dalle opere dell'800 inglese, specificatamente tipo  Jane Eyre per quanto riguarda la trama e Cime Tempestose per la struttura. Infatti non è   la storia familiare in sé ad appassionare  ma il suo stampo tutto  vittoriano, con  accurate descrizioni dei paesaggi dello Yorkshire e un velo di mistero.
Questo genere di  stile ricercato e ricco della Setterfield mi ha affascinato con metafore, similitudini un impianto proprio ad hoc  per accompagnare il lettore nel pieno della storia.